Neuropsicologia

Quando si richiede una valutazione neuropsicologica?

  • Accertamento clinico di patologie neurologiche acquisite e caratterizzate da deficit cognitivi ed emotivo-comportamentali
  • Giudizio di idoneità alla guida
  • Finalità di natura medico-legale
  • Accertamento diagnostico richiesto dalla Commissione medica per l’invalidità

È inoltre consigliabile richiedere una valutazione neuropsicologica quando, nel contesto della vita quotidiana, si manifestano alcune difficoltà, ad esempio:

  • Non riesco ad apprendere nuove informazioni
  • Spesso dimentico il gas o la luce accesa
  • Non riesco a seguire una discussione perché perdo il filo del discorso
  • Non riesco a seguire un film
  • Spesso mi capita di iniziare una cosa e lasciarla inconclusa per poi iniziarne un’altra
  • Spesso non mi vengono le parole
  • Mia madre negli ultimi tempi è sempre giù di morale, non ha voglia di fare niente

Questi sono degli esempi che potrebbero indicare un’alterazione del funzionamento cognitivo, ma è importante ricordare che questa condizione può anche essere una risposta ad un momento di disagio psicologico che sta vivendo la persona.

Attraverso la valutazione neuropsicologica è possibile discriminare i due casi e stilare il protocollo di riabilitazione e/o il percorso psicologico più adatto alla persona.

Quali sono le patologie neurologiche che richiedono un intervento neuropsicologico?

  • Esiti di ictus cerebrale (ischemico / emorragico)
  • Traumi cranio-encefalici
  • Encefaliti
  • Demenza (Disturbo Cognitivo Lieve, Demenza Vascolare, Demenza di Alzheimer, Demenza Fronto-Temporale, Demenza ai Corpi di Lewy…)
  • Malattia di Parkinson e Parkinsonismi
  • Encefalopatia vascolare cronica
  • Idrocefalo normoteso
  • Sclerosi Multipla
  • Neoplasie cerebrali

Cosa fare nel caso emerga un'alterazione del funzionamento cognitivo?

Un’alterazione del funzionamento cognitivo può manifestarsi concretamente nei vari contesti della vita quotidiana (lavoro, relazioni, lavori di casa…), comportando una riduzione funzionale della persona che, a lungo andare, può portare ad una perdita di autonomia.

Per questo motivo è importante intraprendere prontamente un percorso di riabilitazione (in caso di deficit focale) o stimolazione cognitiva (in caso di deterioramento cognitivo) volto a migliorare l’adattamento funzionale della persona, che verrà personalizzato per rispondere ai bisogni cognitivi, emotivi e motivazionali del singolo paziente.

L' intervento neuropsicologico può essere richiesto anche in assenza di lesioni cerebrali?

Si, perché il funzionamento cognitivo può apparire deficitario anche in assenza di lesioni cerebrali.

Le performance cognitive possono infatti risentire di condizioni cliniche che non sono collegate ad un danno organico cerebrale.

Ad esempio, in condizione di dolore cronico si possono riscontrare rallentamento psicomotorio, deficit di apprendimento, fluenza verbale, attenzione e memoria a breve termine.

È quindi sempre importante indagare attraverso un esame neuropsicologico la natura delle difficoltà cognitive che possono essere riscontrate dai familiari, dal paziente stesso o da altre figure professionali che seguono il paziente.

In che cosa consiste la riabilitazione neuropsicologica?

Consiste nella riabilitazione delle funzioni cognitive/comportamentali compromesse a seguito di una lesione cerebrale che può essere focale (es. ictus) o diffusa (es. degenerativa) e anatomica o funzionale.

L'obiettivo è quello di condurre la persona nel raggiungimento del grado massimo di funzionalità e autonomia nella vita di tutti i giorni, attraverso il recupero e/o la compensazione delle funzioni cognitive e comportamentali compromesse in seguito alla lesione.

I protocolli di riabilitazione previsti dalla Neuropsicologia si basano sul concetto di recupero e compenso.

  • Recupero: ha l'obiettivo di riportare la funzione deficitaria alla stessa efficenza pre-morbosa.
  • Compenso: portare le funzioni integre a vicariare la funzione deficitaria, ovvero trovare delle strategie alternative di compenso

Queste due strade di riabilitazione non si escludono a vicenda, ma possono essere attivate in sincrono in base alle difficoltà emerse nella persona.

Cos'è il potenziamento cognitivo?

Il potenziamento cognitivo è una sorta di "allenamento mentale" attraverso il quale si cerca mantenere l'efficacia delle funzioni cognitive che, a causa dell'invecchiamento cerebrale, potrebbero subire dei cali di funzionalità.

Tutti noi siamo soggetti ad invecchiamento cerebrale, poiché è un processo fisiologico che prevede la perdita progressiva delle cellule del nostro cervello (neuroni) del loro funzionamento e delle loro connessioni (sinapsi).

Con l'avanzare dell'età può infatti accadere di percepire la propria mente come meno reattiva in termini di apprendimento, attenzione, concentrazione e memoria.

Un intervento di potenziamento è un buon supporto per contrastare questa forma di invecchiamento sano.